GIACOMO DE NUCCIO
Come fare ad essere legare la vita, esistere. Non aspetterò che di trasformarmi Io nascerò di nuovo. (Giacomo 1995)
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GUARDANDOMI ALLO SPECCHIO, DESCRIVO TUTTO CIO’  CHE VEDO, TUTTO CIO’ CHE GLI ALTRI NON VEDONO E TUTTO CIO’ CHE VORREI VEDERE. Lo specchio…che bella invenzione! Riflettendo, scusate il gioco di parole,  è solo un clone che l’antico ha realizzato dopo essersi tante volte abbeverato al fiume. E come può , chi già mente sulla propria identità, dire la verità su qualsiasi altro essere? Forse  non è la verità che chiediamo al nostro ingannevole amico, ma piuttosto la nostra verità, quella del momento, quella che più si addice allo stato d’animo presente. Così nei momenti felici lo specchio che corre lungo le pareti del mio bagno mi offre un ragazzino di aspetto gradevole e deciso e tace la mia specifica disabilità per donarmi una speranza. Diverso è il risultato nei giorni bui,quando un costante senso di solitudine oscura le mie diverse abilità e lo specchio riflette a caratteri cubitali una sola parola:HANDICAPPATO! Di solito questo è quello che vedo nello specchio degli occhi dell’estraneo che non mi conosce e  si ferma a ciò che appare. Gli altri difficilmente si accorgono della mia anima ed è quello che io vorrei notassero. Certo non è di immediata lettura ciò che non si vede. Qualche volta , magari dopo un bel sogno notturno, ho ottimisticamente desiderato di specchiarmi, novello Pinocchio, trasformato ed elevato al rango di comune mortale. Vi sembra poco? Sbagliate. Alla gente comune vengono concessi pensieri, desideri,sentimenti e la possibilità di sbagliare, per me e tanti come me ogni cosa è conquista e dura lotta sostituire la nostra prima pregiudizievole immagine in quello specchio a due piazze che è lo sguardo altrui. Lo specchio di casa mia  accoglie amichevolmente la mia fatica e i miei tentativi di assestamento della mimica facciale e riflette senza giudizio i movimenti impacciati della mia bocca che tenta di parlare e delle mie mani che non sanno ancora lavare la mia faccia. Lo specchio che mi conosce è sincero e non c’è niente che non vorrei vedere in esso che nella ripetitività di gesti e suoni quotidiani afferma la mia volontà tenace di cambiare una condizione avversa in possibilità futura . Come ogni adolescente che si rispetti provo ogni tanto a dare una sbirciatina al mio specchio interiore,ma la visione d’insieme risulta quasi sempre nebulosa anche se mi riconosco alcuni punti di forza e una certa onestà di intenti. Quella volta che inforco bene gli occhiali, riesco a vedere una certa dose di orgoglio,che in me si trasforma spesso in limitante difetto, bilanciata da un corrispondente quantitativo di autoironia nel quale riconosco il mio miglior profilo. “A tutto c’è rimedio” leggo nello specchio del mio cuore, peccato per quella X- fragile che,sempre in agguato , fa capolino sorniona e irridente anche dal mio lucidissimo io razionale e mi costringe a desiderare di non vederla mai più. Specchio specchio delle mie brame…….in fondo quanta importanza ha essere il più bello o il più bravo del reame?   Giacomo De Nuccio 15 Febbraio 2004 - Prodotto per il: Concorso Letterario "Fondazione Gennari" XLI Concorso di Composizione italiana Riservato alle Scuole della Lombardia e del Ticino Primo classificato per le Scuole Medie Inferiori. Riproduzione (parziale/totale) non autorizzata.
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