Come fare ad essere
legare la vita, esistere.
Non aspetterò che di trasformarmi
Io nascerò di nuovo.
(Giacomo 1995)
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IL MEDIOEVO PROSSIMO VENTURO
Per
molto,
molto
tempo
il
mondo
di
coloro
che
vengono
definiti
normodotati
ha
continuato
la
sua
corsa
considerando
la
disabilità
come
appartenente
ad
un
pianeta
da tenere in quarantena per timore di contagio.
Contagiare,
contaminare
…
nel
dare
a
questi
termini
connotazione
esclusivamente
negativa,
si
dimentica
che
nella
loro
etimologia
è
insito
il
concetto
dello
stare
insieme,
del
toccarsi,
dello
scambio,
della
cessione
reciproca
nell’ambito
di
un
rapporto.
Forse
nessuno
ricorda
le
“classi
di
aggiornamento”
alla
scuola
media
inferiore,
meno
note
delle
loro
sorelle
,
le
“classi
differenziali”
alla
scuola
elementare,
ma
fondate
sullo stesso principio di segregazione.
A
me
è
capitato
di
sentirne
parlare
da
mia
madre
che
“Ho”,dice,
“la
fortuna
di
avervi
insegnato
per
un
anno
e
di
esserne
contaminata
per
aver
imparato
cose
che
su
nessun
libro
sono
scritte
e
il
rimorso
di
avere
certamente
preso
molto
più
di
quanto
abbia dato”.
Una
classe
di
aggiornamento
conteneva
un
massimo
di
quindici
alunni,
tutti
con
disabilità più o meno evidenti e quasi mai di tipo fisico.
Con
grande
soddisfazione
di
mia
madre
(e
di
molti
altri
naturalmente)
le
classi
differenziali
e
di
aggiornamento
vennero
abolite
qualche
anno
dopo
dalla
legge
4
agosto 1977 n.517.
Erano
tempi
non
sospetti
(io
sono
nato
nel
1989)
per
lei
che
dalla
sua
esperienza
aveva
tratto
il
convincimento
che
ai
ragazzi
disabili
fossero
dovute
opportunità
altre
e
il
giusto
riconoscimento
d’essere
persone
in
uno
scambio,
sempre
e
mai
per
caso,
a vantaggio di chi è già avvantaggiato da una pretesa normalità.
Chi
pensa
che
io
stia
parlando
del
medioevo
scolastico,
forse
potrebbe
trovare
materia
di
riflessione
nel
medioevo
prossimo
venturo
che
l’attuale
ministro
della
pubblica istruzione ha ideato.
Ai
bambini
stranieri
verrà
data
l’
opportunità
di
sostare
in
anticamera
finchè
non
siano
ritenuti
idonei
,
perché
il
normale
svolgimento
delle
lezioni
non
venga
contaminato
dalla
loro
presenza,
dico
io,
e
con
la
confessata
presunzione
di
fare
tutto questo in aiuto allo
straniero
.
E
quelli
come
me,
che
sono
da
sempre
e
per
sempre
stranieri
(Doman,
Lo
straniero
dell’ultima
frontiera),
che
idonei
non
saranno
mai
nel
senso
comune
del
termine,
quante vite dovranno attendere?
La vita è una sola per ognuno di noi e non è sinonimo di limbo.
Mi piacerebbe che chi per scelta si fa garante di una Costituzione che sancisce il
diritto alla vita di tutti i cittadini non dimenticasse che tutti siamo uguali di fronte alla
legge e ognuno con le sue singolarità perché, per fortuna, chi ha scritto le pagine
che fanno del nostro un paese civile non ha avuto la pretesa di omologare l’umanità.
Giacomo De Nuccio – Agosto 2008
Per gentile concessione di “Cicoria” - pubblicazione quadrimestrale della Associazione “via Montereale” -
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