Come fare ad essere
legare la vita, esistere.
Non aspetterò che di trasformarmi
Io nascerò di nuovo.
(Giacomo 1995)
Lettera di Alessandro Quasimodo (continuazione)
Vedo
che
conosci
bene
la
metrica
e
le
figure
retoriche:
l’enjambement,
le
analogie,le
antitesi;
lo
studio
di
pause
e
accenti
conferisce
alle
tue
liriche
un’eco
evocativa.
Avverto
alcuni
riferimenti
leopardiani,
come
il
contrasto
tra
illusioni
e
delusioni,
le
aspettative
tardive.
Si
possono
collegare
i
tuoi
fantasmi
alle
fole
de
Le
ricordanze
.
Così
mi
colpisce
la
prospettiva
di
oservare
dalla
finestra
non
solo
la
realtà
esterna,
ma
anche
il
mondo
interiore
e
gli
stati
d’animo
personali. Viene in mente il
paterno ostello
di
A Silvia
.
Particolarmente
riuscitii
tuoi
acrostici
perché
queste
composizioni
ruotano
intorno
al
concetto
che
vuoi
sottolineare;
fatica,
solitudine
emergono
non
soltanto
dalla
prima
lettera
di
ogni
verso,
ma da tutto il contesto.
Nononstante
tu
possa
sembrare
pessimista,
riveli
grande
amore
per
la
vita
e
per
la
cara
isola,
come
si
nota
dalle
belle
immagini
che
descrivi
e
da
certe
espressioni:
«le
capriole
del
cuore».
Sai lottare per conseguire determinati obiettivi e non permetti che lo scaraggiamento ti vinca,
Un
ultimo
cenno
al
lessico
che
adotti:
privilegi
la
parola
enon
il
termine
perché
attribuisci
numerosi
significati
al
vocabolo
indicato,
permettendo
al
destinatario
del
messaggio
do
spaziare
e di sognare.
Sono
convinto
che
continuerai
in
un
percorso
che
ti
darà
soddisazioni
in
quato
hai
saputo
rendere
personale
l’insegnamento
dei
classici,
appreso
anche
dall’opera,
già
letta
nella
adolescenza, di Salvatore Quasimodo.
Nella speranza di un incontronon troppo lontano … tisaluto e ti abbraccio con molto affetto.
Milano 7 Novembre 2020
Alessandro Quasimodo
giacomodenuccio.it