GIACOMO DE NUCCIO
Come fare ad essere legare la vita, esistere. Non aspetterò che di trasformarmi Io nascerò di nuovo. (Giacomo 1995)
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Bologna venerdì 27 aprle 2012 all’interno delle Giornate di informazione e riflessioni critiche sul tema della comunicazione organizzate dalla Rosalba Mele Aurelio Rizzacasa hanno presentato il volume Il posto di Giacomo Il saluto di Giacomo Un saluto a tutti, sono Giacomo De Nuccio Chi mi conosce sa che non manco mai agli appuntamenti, ma oggi devo cedere il passo ad un paio di virus che hanno deciso di scegliermi come guida per la loro vacanza a Pisa… un’offerta che non ho potuto rifiutare. Sono certo che chi presenterà il mio libro farà un ottimo lavoro a prescindere dalla mia presenza e per le risposte a eventuali domande, inevitabili e numerose spero, sarà presente mio padre, solito straordinario portavoce che di me conosce tutto fin da prima ch’io nascessi. Il posto di Giacomo racconta molto delle mie difficoltà con me stesso e con il mondo, e del mondo con me, ma certamente non esaurisce ciò che è Giacomo – persona e non era mia intenzione scrivere un’autobiografia, pensiero presuntuoso e anche un po’ menagramo, anche perché spero in futuro di avere altro da scrivere. Le mie quattro righe vogliono essere l’espressione di una singolarità che può avere tratti comuni con altre singolarità e, forse, essere per questo utile. Io credo che la sindrome che oggi riunisce qui tante famiglie non debba più fare da etichetta-schermo alla persona o costituire scusante alla resa né per la persona in difficoltà né per coloro che di lei si prendono cura. Il mio sogno è che un numero sempre più alto di famiglie non si arrenda neanche all’evidenza o all’ineluttabilità di certe diagnosi e tragga forza dalla fiducia riposta nei propri figli perchè il coraggio e la dignità del vivere non sono esclusivo appannaggio della normalità. Ma forse posso tentare di dire in altro modo ciò che penso e provo: L’ANNO CHE VERRÀ Guardare i giorni attraverso la neve degli anni anziani di dolore di chi conosce la noia di un vivere affidato al caso degli eventi. Io che di anni ho venti nello specchio della neve la vita osservo e il sole attendo che i giorni scopra custoditi dalla mia fresca amica. Verrà l’arcobaleno di pioggia trasparente colorato di niente e di illusoria gioia competente. Non voglio archi lucenti e pentole di effimero oro della neve il sentiero serenamente percorro  e sui miei passi torno di giorno in giorno  a ritrovar l’errore che il mio sguardo ha distolto. (Giacomo 24 dicembre 2009) Non mi resta che ringraziarvi per l’attenzione alle mie parole e augurarvi buon lavoro. Riproduzione (parziale/totale) non autorizzata.
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